martedì 30 giugno 2009

Berra, l'amarezza di Grandi


Caro Sindaco, nonché Presidente del Consiglio Comunale, stimati membri della Giunta (eletti e non eletti), cari colleghi, consiglieri tutti, la presente dichiarazione è dovuta e credo un po’ da tutti attesa.

Cercherò brevemente nei minuti concessemi dal regolamento di fare un po’ di chiarezza e di esprimere alcuni concetti che sento il dovere di portare a conoscenza di tutti. Oggi sono un iscritto del PD, un membro della direzione provinciale del Partito Democratico con anzianità superiore rispetto a chi ha deciso di diventarne membro solo dopo l’offerta della candidatura “blindata”.

La convinzione di allora, degli albori, è limpida e piena, come quella del mio segretario nazionale Dario Franceschini. La mia convinzione è di avere un partito di centro-sinistra e lo ribadisco di Centro Sinistra, un partito che sappia abbandonare le divisioni e le provenienze e si raccolga in un progetto di cambiamento e di governo.

Oggi a Berra questo, mio malgrado, non lo vedo più. Bisogna uniformarsi a stili e diktat senza discussione e riflessione. La libertà di pensiero è ammessa, ma la conseguenza della difformità da tale pensiero è il boicottaggio e l’emarginazione. Il mio caso è emblematico ed eclatante. Sono state montate ad hoc dicerie e calunnie sulla mia fedeltà e lealtà al progetto di governo “Sviluppo e solidarietà” da me stesso scritto in più punti e sottoposto alla lista ed al candidato, punti presenti nel programma definitivo su cui s’impegnerà il gruppo ed il consiglio nei prossimi anni. Sulla mia persona si dichiarano “veti politici” od ancora più grave “voci, grida di piazza” tutte indirizzate contro di me.

Vorrei proprio pesare in termini di consensi questi veti politici, raffrontarli con il 35% di votanti delle primarie che mi ha scelto. Vorrei sentire queste voci aizzate contro la mia persona. Forse la professionalità posseduta, la perseveranza, l’impegno, la lealtà prestata alla causa nei passati cinque anni, non conta o forse non serve più. Ed allora via a trojke di nomine con scambi di deleghe, con professionalità da crescere. Sono sinceramente spaventato come cittadino. Non mi voglio addentrare sugli accordi e le promesse, perché forse a quei tavoli, a quegli incontri ripetuti e chiusi con: “siamo gentiluomini, basta la parola”, di persone con una parola e di veri gentiluomini ce ne era e ce ne è oggi uno solo: io. Non voglio affrontare neanche l’analisi dei numeri elettorali e delle preferenze, che come da mio uso e costume sarebbe prudenziale e realistica; voglio solo far notare che il successo di uno o l’insuccesso dell’altro si è giocato con pochi voti al centro, situazione che ha dimostrato lo scarso appeal di una leadership forzata e costruita con le parole.

Ora mi aspetto i fatti, la presenza sul territorio decisa e convinta, l’ascolto del cittadino, parole comprensive ed interessate. Su questo si baserà la mia presenza in questo consiglio, cioè sul ricordare a chi ha deciso di scegliere questo mestiere di farlo e di farlo al meglio. Sarò un consigliere attento e preciso alla gestione, ma soprattutto attento ai suggerimenti che riceverò e che porterò direttamente in consiglio, certo di poter fare con il ruolo affidatomi dai cittadini — cui non rinuncerò per incarichi in enti derivati o per lusinghe economiche — poco, ma comunque positivo, per il mio paese, dove vivo e dove sono i miei interessi ed affetti. Mi batterò fino in fondo per far emergere quelle istanze moderate e centriste che oggi non sono più, a mio modesto parere, adeguatamente rappresentate nell’organo di governo e snobbate dal gruppo dirigente locale PD e consigliare. Per quanto detto sopra, e mi accingo a chiudere, accetto la nomina e sebbene “non desiderato”, aderisco al gruppo di Sviluppo e Solidarietà. Non si torna indietro sulle scelte, sempre al servizio dei cittadini con libertà di pensiero ed opinione.


Simone Grandi

fonte: estense.com

5 commenti:

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  2. Ciao Somone,vorrei partire a commentare dalle tue ultime righe, trovo sbagliatissima l'affermazione "non si torna indietro sulle scelte", credo invece che saper ammettere degli errori o dei cambiamenti di opinione sia sinonimo di grandissima intelligenza, mi fa piacere, anche se umanamente mi dispiace, che tu abbia toccato con mano la cattiveria, la diffamazione e la violenza, che alcuni tuoi compagni di partito servono gratuitamente a chiunque apponga una virgola a quello che è il loro modo di vedere le cose,
    cattiveria e diffamazione che hanno accompagnato tutta la campagna elettorale di questo centro sinistra, sinonimo di scarsissima democrazia anzi troppo simile ancora alla dittatoriale vecchia ideologia comunista per la quale si continua nel 2009 a demonizzare il capitalismo e l'imprenditoria dimenticando che se non c'è chi crea il lavoro non può esistere occupazione, che invece di prendere esempio da chi nella società si è affermato ed è arrivato alla realizzazione di un proprio progetto facendo così mangiare anche tanta gente, gli si da addosso, lo si criminalizza e diffama come se fosse un assassino.
    Centro sinistra che invece di tutelare i propri cittadini cercando di fermare la clandestinità, quindi lavoro in nero, che distrugge la nostra imprenditoria e aggiunge ulteriore criminalità a quella che già esiste, perché volere o volare è inequivocabile che chi non lavora e mangia, ruba, (a meno che qualche generoso compagno non lo sfami a casa propria, ma non è sicuramente il caso del nostro comune, dove tutti sono samaritani e generosi, ma con i soldi degli altri,)
    cerca continuamente condoni e sanatorie.
    Sono sempre stato in passato un sostenitore della sinistra, una sinistra che aveva necessità di esistere, che aveva dei valori, degli ideali concreti, che si batteva a tutela delle classi più deboli, ma ora questa non mi rispecchia più, e come hanno dimostrato le elezioni, non rispecchia più i bisogni di tanta altra gente.
    Sinistra che non ha saputo capire che era ora di cambiare alcune mire, oggi la classe debole, la classe disagiata siamo noi italiani, noi che tartassati dalle tasse, bolli, imposte varie facciamo fatica a sbarcare il lunario e continuiamo a subire quella che i compagni chiamano integrazione, è no! cari amici non siamo noi a dovere subire ed adeguarci ai bisogni di chi decide di venire a vivere nel nostro paese, ma è chi entra in un altro paese che deve innanzitutto informarsi su usi e costumi di questo, sulle leggi, sulla religione,
    ed integrarsi cercando di adeguarsi e convivere senza stravolgere la vita altrui.
    A chi dice che questi sono pensieri razzisti, mi sento sinceramente di rispondere che secondo me è solamente una gran voglia di giustizia, di uguaglianza, di certezza della pena, e di vedersi rappresentati da una politica che ha a cuore i propri cittadini, onesti lavoratori che pagano regolarmente le tasse e che li tuteli.
    Caro Simone ho sempre pensato che tu fossi una persona di un certo spessore, ma purtroppo per te forse troppo innovativo per la mentalità chiusa e retrograda di molti tuoi compagni, e si sa, quando diventi scomodo o difficile da controllare, o ti promettono la luna per comprarti o ti stroncano diffamandoti. (continua)...

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  3. Uno come te, specialmente dopo le angherie subite, avrebbe dovuto avere il coraggio di guardarsi attorno e valutare altre strade,
    strade che hanno fatto una campagna elettorale coraggiosa e pulita mettendosi in gioco onestamente rischiando di passare per i cattivi, ma soprattutto senza offendere mai l'avversario,
    e sono fermamente convinto, e lo sono perché quotidianamente sento le opinioni della gente,
    che se si fosse votato guidati dai propri sentimenti, senza la paura di farsi etichettare da certe persone,
    il risultato elettorale del nostro comune sarebbe stato molto diverso, ma credo che ci si possa tranquillamente accontentare, anzi cantare vittoria perché quanto ottenuto dimostra largamente che i cittadini hanno superato la soglia di sopportazione verso le falsità che si mascherano immancabilmente dietro lavori pubblici, arredo urbano e feste pro qualsiasi cosa, che appaiono con frequenza quasi sbalorditiva solamente in periodi pre-elettorali, per poi sparire quasi completamente fino alla campagna successiva.
    Credo che il vero sviluppo di una società e la solidarietà debba cominciare dalla tutela dei propri cittadini, dai propri anziani, che dopo aver lavorato, creato, nonché sostenuto il nostro paese per una vita, si ritrovano con pensioni da fame, a queste persone dovrebbero andare i privilegi in una graduatoria per un alloggio popolare, gli aiuti economici, riservati invece ad altre categorie di persone che per la nostra Italia non hanno fatto nulla e oltretutto non condividono neppure gli stessi sentimenti, lo stesso amore per casa nostra che ci ha sempre distinti.
    La solidarietà, la carità, la beneficenza, verso gli stranieri in difficoltà, sono sentimenti che ci accomunano e che ci fanno onore, ma credo sia giusto che questi valori trovino maggior ragione di esistere là dove c'è dell'avanzo, della prosperità, trovo assurdo battersi per i disagiati altrui quando in Italia ci sono migliaia di persone che stanno peggio, battiamoci per le nostre famiglie, per i nostri anziani, per i nostri senza tetto
    e se ne avanza battiamoci pure per i disagiati di altri paesi, diamogli pure un occupazione dignitosa e regolare, ma non prima di avere sistemato i nostri di disoccupati, cassaintegrati o con redditi da fame.
    Razzismo? No! Io lo chiamo amore per il proprio Paese e solidarietà per i propri connazionali.


    Grazie a VOCE AI CITTADINI per lo spazio dedicatomi.
    Con amicizia Patrizio.

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  4. con amicizia...che quando avrò bisogno ti verrò a chiedere un aiutino...

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  5. Se neanche chi scrive pensa che la propria opinione sia degna di una firma,
    figuriamoci se merita l'attenzione ed il tempo di qualcun'altro per una degna risposta.
    Patrizio

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