domenica 27 febbraio 2011

CHE FIGURA FAREBBE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BERRA SE AL GOVERNO NON CI FOSSE BERLUSCONI?




È paradossale, ma è proprio così.
Un governo di centro destra che salva la faccia ad un governo locale di centro sinistra.
Sarebbe difficile immaginare come ne sarebbero usciti i nostri amministratori alla presentazione del bilancio di previsione se non avessero potuto scaricare le loro incapacità sul governo centrale. Avrebbero dovuto ammettere le loro incompetenze, ma è sempre difficile fare autocritica. Avrebbero dovuto ammettere il totale menefreghismo per il territorio che amministrano, ma poi chi li vota di nuovo?, si sarebbe potuto accennare un tentativo di dimostrare che Berra non ha bisogno di grossi interventi, che comunque siamo ben riforniti di servizi, le strade sono curate, la viabilità è sicura, veloce e scorrevole, ma poi basterebbe fare un giretto per i paesi e sarebbero subito smentiti.
È a questo punto che un buon governo centrale viene in aiuto dell’ente locale, assumendosi tutte le colpe dei mancati interventi. A questo punto la strada è tutta in discesa, si può raccontare alla popolazione ogni sciocchezza frulli per la testa, interventi faraonici, rifacimento di strade, assunzioni di dipendenti comunali costruzione di nuovi insediamenti produttivi, con un poco di fantasia, si potrebbe anche iniziare a cercare il petrolio nel sottosuolo, le buone idee ci sono, ma il governo non le finanzia……. E per fortuna non le finanzia, aggiungo io. Potete immaginare contributi a go-go come era consuetudine alcuni decenni fa, in mano ad un’amministrazione così incapace? Quali sono i loro progetti? Completa ristrutturazione del rudere dell’ex municipio di Berra in via Piave(dimenticato per decenni, ora improvvisamente orgoglio di una comunità) ristrutturazione del centro civico di Serravalle ( non si riescono a stampare certificati, figurarsi se alla gente interessa che sia ristrutturato), idrovia…. Non abbiamo le strade percorribili, tuttavia, si potrebbe agevolmente spostarsi in barca e, con un po’ di fantasia immaginare di vivere in una piccola Venezia.
Ennesima figura barbina quindi anche per questo bilancio di previsione, dalla lettura del quale è impossibile capire (ammesso che sia presente) qual è l’indirizzo politico di chi ci amministra, forse l’interpretazione migliore è stata data proprio dal consigliere di maggioranza Simone Grandi (nella passata amministrazione assessore al bilancio) che ha definito il sindaco di Berra liquidatore del Comune stesso.
Avanti di questo passo, è difficile immaginare il futuro di Berra e delle sue frazioni, chi verrà dopo questo terremoto chiamato Eric Zaghini, troverà il nulla, troverà i servizi trasferiti all’Unione “Terre e Fiumi”, non troverà il minimo investimento in un’ottica di miglioramento del territorio, ma, cosa ancor più grave, troverà una popolazione sfiduciata verso l’amministrazione che la dovrebbe rappresentare.
Malgrado tutto, l’amministrazione Zaghini può dormire sonni tranquilli, comunque vadano le cose il governo Berlusconi, con i suoi alti e bassi, non ha alternative a sinistra, quindi per i prossimi anni si può continuare a scaricare le colpe sul governo, qualcuno dei fedelissimi forse ci crederà, e la strada continuerà ad essere in discesa………verso il baratro.

Grillanda Stefano
“Voce ai Cittadini”

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Intervento del 22 febbraio 2011 – Bilancio di previsione 2011 e triennale


Giudicare penso sia la cosa più difficile ma in certi momenti bisogno assumersi la responsabilità di farlo.

Oggi ci viene chiesto di esprimere un voto sulle scelte per il 2011 e per il triennio.

Mi concedo una breve digressione tornando un attimo indietro nel tempo.

Giugno 2009 si ottiene l’agognato consenso dagli elettori presentando una squadra ma soprattutto presentando un progetto, un programma per lo Sviluppo del territorio che contemperi la Solidarietà.

L’anno elettorale è di per se un anno particolare di transizione, l’anno successivo il recente 2010 lo considero l’anno di assestamento, ma ora per il 2011 e per il programma annesso triennale che ci porta dritti al termine del presente mandato non sono ammesse deroghe e scusanti.

Veniamo allora alle procedure ed ai contenuti propedeutici per l’approvazione in Consiglio del bilancio.

La buona prassi vuole che il momento cardine dell’anno - e l‘approvazione del bilancio previsione per l’ente pubblico lo è - sia un momento condiviso, un momento di confronto tra i rappresentanti dei cittadini. Manca da quasi un biennio la commissione bilancio, un momento in cui le opposte parti, che nel nostro comune sono equamente divise in termini di consensi, si incontrano per iniziare a ragionare del bilancio, momenti in cui si possono e si devono cogliere tutti gli spunti e le idee , perché lo ricordo si è al governo per il bene di tutti i cittadini e non di una sola parte. Non si fa solidarietà e sviluppo parzializzato o clientelare. Ma a questa prassi si è voluto soprassedere passando direttamente alla giusta e necessaria presentazione del bilancio ai cittadini, ma di un bilancio però già chiuso, senza necessità di feedback dai cittadini, direi una presa in giro.

E se la prassi e le procedure sono saltate allora ci dobbiamo aggrappare alla speranza che il contenuto sia gradito e gradevole.

Non ho presentato nessun emendamento, non per pigrizia e neppure per incapacità di trovare una quadratura alle limitate risorse del nostro ente ma per disaccordo sul metodo di condivisione e costruzione del bilancio e per l’assenza di vision strategica nello stesso. La nostra amministrazione ahimè, ha imboccato per il Comune una strada rischiosa e dissoluta.

Non citerò nemmeno un numero in quanto alla base di ogni progetto, di ogni business, serve una idea, serve un chiaro piano strategico di medio lungo periodo da condividere tra le forze presenti in Consiglio e con gli stakeholders, con i cittadini per i quali stiamo amministrando. Ci deve essere in tutti noi Amministratori pro tempore un interesse personale derivante dal sentire il Comune come la cosa e la casa propria, dove si hanno gli affetti, i propri beni, i propri interessi. Ecco penso che sia assente nell’attuale gestione quell’amor proprio che ci porta a cercare delle soluzioni per vivere a Berra e non per sopravvivere in Berra temporaneamente.

Vorrei capire quali sono le logiche a lungo, se ci sono, l’idea di Unione dei Comuni in prospettiva, vorrei capire se ed in che modo si tende al bene del Comune con le scelte attuali, ad esempio con i disinvestimenti del patrimonio immobiliare ( vendita quote Hera) piuttosto che con la gestione delle aziende partecipate (Area e Cadf), ed altro ancora.

Troppo facile è la risposta " ma ci danno contributi" " siamo obbligati da Roma" "non riusciremo tra un po’ ad erogare i servizi". Io mi chiedo se non sia possibile parlare ad esempio di Unione dei Comuni senza svendere la nostra indipendenza funzionale, senza cedere servizi in maniera definitiva, e mi riferisco alle risorse già passate all’unione od allo scellerato progetto di trasferire la Polizia Municipale, e cosa altro ancora passa nella testa del Sig. Sindaco liquidatore.

Caro Sindaco non ti ho votato per liquidare il mio Comune, non mi interessa fare lo spezzatino senza ritorno di tutti i miei servizi. Io qui ci vivo oggi e ci vivrò domani, al contrario di te.

Esistono molte forme per la gestione dei servizi, molte forme di Unione dei Comuni già sperimentate e molte altre possono essere da noi stessi progettate. Non siamo forse stati i primi ad aver sperimentato i Servizi Sociali Associati, l’ASSP, ect.. Perché per certe cose si può e per altre no ? Dove sta l’arcano?

Ecco in sintesi per chiudere, mi sarei aspettato da questo secondo anno, un anno pieno ed importante per la legislatura, un cambio di passo in termini di democrazia nelle decisioni attraverso la condivisione del percorso costruttivo del bilancio annuale e triennale, sia attraverso le Commissioni la cui costituzione sollecito in questa sede, sia con incontri tra le parti al fine di collaborare tutti uniti per una gestione del nostro territorio e del Comune in questo periodo buio per l’economia e per le istituzioni.

Mi sarei aspettavo finalmente una reazione per bloccare l’emorragia del nostro territorio, una spinta ad attrarre i cittadini sul territorio ed le imprese non ritenendo forse per campanilismo o presunzione Berra inferiore ai comuni limitrofi ed alla città.

Io personalmente, almeno una volta al giorno, ricordo ai miei interlocutori che a Berra si vive bene e bisognerebbe venirci ad abitare, per i servizi, per la qualità della vita, per l’ambiente, per i prezzi delle casa, per la gente, … Non so chi di voi si sente di fare altrettanto con convinzione.

Grazie. Simone Dott. Grandi
Sviluppo e Solidarietà


FONTE: www.serravalleweb.com