venerdì 20 agosto 2010

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE.........




Alcuni anni fa (credo almeno tre) in qualità di Consigliere Comunale, vengo informato da un cittadino di Berra che la videocamera posta nei pressi del parco pubblico del capoluogo Berrese è completamente coperta dai rami di un albero e questo impedisce la registrazione delle immagini.
Vengo colto di sorpresa perché ancora non si parlava di videosorveglianza e non ero a conoscenza di impianti installati nel territorio, mi reco così di fronte alle scuole elementari e cerco di individuare la videocamera che mi era stata segnalata, la individuo è applicata su di un palo della pubblica illuminazione davanti alle scuole elementari ed è “puntata” sui giochi del parco pubblico, dove normalmente sostano bambini con mamme e nonni, nei dintorni nessun cartello che indichi che in quella zona sono presenti impianti di registrazione (obbligatori per la legge sulla privacy) .
Mi reco così dal Sindaco (allora il Dott. Cristiano Capisani) e lo rendo partecipe della segnalazione ricevuta mentre chiedo chiarimenti riguardo alla presenza della videocamera non segnalata.
Mi viene detto che la videocamera in questione non è collegata,quindi non registra immagini, viene invece usata come deterrente per evitare eventuali danni ai giochi presenti nel parco in questione, ne condivido l’installazione anche se non in funzione e taccio al fine di ottenere il risultato sperato, cioè evitare che si compiano atti vandalici nel parco.
Con il tempo si è saputo della falsa videocamera, tutti, amministratori e cittadini sono a conoscenza che la videocamera in questione non registra perché non collegata.
Con il tempo purtroppo si sono verificati altri danneggiamenti ai giochi del parco, tanto da spingere il Consigliere comunale di maggioranza Grandi Simone a presentare un’interpellanza, chiedendo fra le altre cose (forse volutamente anche in maniera provocatoria) se la videocamera installata in zona avesse ripreso delle immagini dei vandali al fine di poterli riconoscere………
Fino a questo punto niente di particolare, cose che purtroppo succedono in buona parte dei comuni, alcuni vandali che non sanno come sfogare la loro stupidità si concentrano su beni pubblici, distruggendoli, ma il problema non è questo, o per meglio dire non è solo questo, il problema è la risposta del Vice Sindaco Egle Cenacchi, che risponde all’interpellanza di Grandi Simone, affermando che non è stato possibile individuare i responsabili perché le immagini “ non erano sufficientemente nitide” e dove viene data questa risposta? Ma in Consiglio Comunale naturalmente e da un Vice Sindaco……...
Credo, ma a questo punto non ne sono più sicuro, che un Consiglio Comunale abbia il compito di discutere e decidere sui problemi del territorio che rappresenta, ci possono essere pareri discordanti legati al pensiero personale o a prese di posizioni partitiche, ma, e su questo punto comincio ad avere perplessità, ci dovrebbe essere sempre sincerità. L’attuale Consiglio Comunale è composto per buona parte da consiglieri di prima nomina, persone cioè che siedono sul banco del consiglio da poco più di un anno e che quindi non conoscono tante situazioni ( in questo caso l’installazione della falsa videocamera) ma esprimono un proprio parere in base alle spiegazioni della giunta o degli assessori competenti, ora se questi si permettono anche di raccontare bugie durante una seduta del consiglio, che fiducia si può avere di chi rappresenta le istituzioni?
Siamo abituati ai continui voltafaccia politici del Vice Sindaco, volti ad ottenere incarichi personali, ma la preghiamo di una cosa, una volta ottenuti gli incarichi li svolga come devono essere svolti possibilmente non mentendo in un Consiglio Comunale che ha già tanti problemi………

Per dovere di cronaca: sono stati richiesti tutti i documenti relativi all’installazione ed al collaudo della videocamera in questione ( documenti che non arriveranno mai perché inesistenti) il 10 agosto scorso, due giorni dopo sembra da voci di corridoio che sia stato dato incarico ad una ditta di installare al più presto una “vera” videocamera al posto di quella falsa. Si potrebbe fare la stessa cosa con il Vice Sindaco, sostituire quella “falsa” con una vera………

Grillanda Stefano
Capogruppo "Voce ai Cittadini"

IL "PASTICCIO" DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA'


Riportiamo di seguito l'articolo apparso su "La Nuova Ferrara" il giorno 18 agosto scorso:

«Grandi fa critiche strumentali senza conoscere»
la Nuova Ferrara — 18 agosto 2010 pagina 23 sezione: PROVINCIA

BERRA. L’assessore comunale berrese Giuseppina Favaron interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Simone Grandi sulla commissione pari oppurtunità. «A volte la smania d’intervenire su tutto, porta a sparare a zero, ma mirando al bersaglio sbagliato. Purtroppo, il consigliere Grandi - motiva le sue ragioni la Favaron - mostra di non conoscere la realtà, di parlare per sentito dire e di farlo senza aver mai partecipato a nessuna seduta della precedente e dell’attuale commissione. La commissione è composta da rappresentanti della società e dalle componenti politiche, sia di maggioranza che di opposizione, è consultiva ed opera nella gestione della cosa pubblica secondo le norme stabilite dal regolamento costitutivo». Poi l’assessore entra nel merito di alcuni dati: «La commissione - spiega - era composta inizialmente da 25 membri (numero che era sto soggetto a critiche in quanto definito elevato in termini di costi e quindi strumentalizzato); in questi mesi di lavoro sette dei suoi componenti hanno rassegnato le dimissioni. Ci sono stati cambi di residenza con trasferimento in altra regione, impegni personali non superabili nel campo lavorativo, inconciliabili con attività come quella della commissione pari opportunità, che ai partecipanti dei suoi gruppi di lavoro chiede risorse di tempo e di impegno, non remunerabili sul piano puramante economico. Ebbene, dopo le dimissioni di questi 7 componenti, il numero è paragonabile a quello iniziale della commissione al suo varo, nella scorsa legislatura, alla partenza del febbraio 2008». «Il consigliere Grandi non c’era. Mai. Con quali elementi conoscitivi - prosegue l’assessore Favaron - esprime critiche di questo tipo? Strumentalizzando forse stralci di lettere dimissionarie già condivise e discusse in commissione? L’ottimizzazione dei lavori si costruisce anche partendo dal confronto delle diverse volontà di critica costruttiva, anche passionale, e non da qualunquistici attacchi dal basso e rattristante profilo polemico. Noi pensiamo che chi crede negli ideali delle pari opportunità persegua gli obiettivi della commissione, e si metta in condizione di restare e lavorare superando le piccole divergenze, che sono state così bassamente strumentalizzate, piuttosto che cercare visibilità svolazzando via. La nostra politica - conclude quindi l’assessore - è quella dei diritti umani. I fatti dimostrano che lavoriamo per costruire. La nostra natura di donne porta ad utilizzare quella marcia in più che ci contraddistingue. Ciò detto, lo stesso Grandi è ora e sempre invitato a partecipare ai nostri incontri, sentendosi in diritto di portare lavoro ed idee con quella libertà di pensiero e nell’ambito di un equilibrio che sono nella natura stessa della commissione, da lui attaccata in questo caso senza cognizione di causa».

A seguire la replica del Consigliere di maggioranza Grandi Simone:

Caro Direttore,

si rende necessaria la mia replica all’articolo apparso oggi sul suo giornale, intervento di inaudita durezza, un attacco personale, strumentale che mal si intona con i candidi principi rivendicati dalla signora del rispetto dei diritti umani, di tutti anche di un semplice consigliere eletto come il sottoscritto.

Per amore della verità devo esporre alcuni fatti e principi, ma lo farò in maniera sintetica e schematica per non annoiare lei caro Direttore ed i lettori.

La signora, che dovrebbe conosce il regolamento comunale della commissione pari opportunità, sa che all’articolo 4 comma 5 dei soli 9 articoli del regolamento, si stabilisce che alla commissione possono partecipare anche persone esterne, purché munite di specifiche competenze e comunque solo su invito della commissione stessa.
Per tale motivo non ho mai potuto partecipare, non sono mai stato invitato ! Ringrazio fin da ora la signora per l’invito a partecipare, ma vorrei ricordare, anche se dovrebbe conosce il regolamento, che l’invito è fatto dalla commissione non da chiunque passi di lì per caso anche se assessore, salvo, e questo è veramente grave, la stessa signora non consideri la commissione come una cosa propria.
Trovo fuori luogo e sgradevole leggere che la signora mescoli la passione politica, l’impegno civico con il fatto che il tempo dei consiglieri, di pari opportunità, non sia remunerato economicamente in maniera adeguata. La politica mi dispiace doverlo ricordare è pura passione senza secondi fini, o almeno questo è quello che penso io. Non so a tal proposito cosa pensi l’assessore.
Abbandono velocemente il commento delle dichiarazioni rilasciate dalla signora perché penso di aver ampiamente dimostrato da un lato la pretestuosità delle stesse e dall’altro l’inadeguatezza e la mancanza di preparazione.
Il fatto scatenante, oggetto del mio intervento, che è una mozione già depositata per il prossimo Consiglio Comunale di Berra, è molto semplice . Chiedo di approfondire le motivazioni che hanno spinto molti membri ad abbandonare la commissioni pari opportunità, abbandono avvenuto con dichiarazioni formalizzate per iscritto e depositate agli atti.
Ne cito pedissequamente alcune. “Sperando che questa mia critica sia di esortazione alla commissione a fare di più e meglio” ed ancora “dovrebbe esser apolitica, cosa che soprattutto nel comune di Berra non è stato possibile a quanto pare” e per finire ”sinceramente sono disgustata di certi comportamenti e di alcuni elementi della commissione”.
Mi chiedo a questo punto se l’assessore che era, sempre presente come dice, non abbia ritenuto opportuno informare il Consiglio Comunale sui problemi e forti disagi in seno alla commissione.
Ma si sia tentato di celare la cosa nascondendo le lettere di dimissioni tra gli atti della delibera e solo quando un semplice consigliere si permette di chiedere chiarimenti lo si tacci di protagonismo e si tenti in ogni modo di minimizzare definendo tale situazione come “situazione fisiologica di una commissione”.
Nuovamente chiedo che una volta approfondite e capite le motivazione il consiglio comunale si esprima, assumendosene la responsabilità politica, in merito alla necessità di ripensare o cambiare la commissione (normale azione di feed back dopo l’analisi).

Ribadisco, ed è chiaro dal testo delle mia mozione, che non mi sono mai permesso di attaccare la commissione pari opportunità ma che mi sono premurato per la stessa richiedendo chiarimenti sulle dimissioni e sulle gravi dichiarazioni rilasciate dai dimissionari, non invento i fatti ma cito verbali ed atti. Il fine ultimo è quello di permettere a tutti di poter partecipare liberamente senza condizionamento alcuno e con proficuità alla commissione.

Se poi, e mi accingo a concludere, questa legittima richiesta di discussione tra consiglieri e di opportuna trasparenza amministrativa per i cittadini, vuole essere impedita e boicottata, mi preme ribadirlo, io non lo accetto. Ricordo inoltre all’assessore, che conosce i regolamenti comunali tutti, che quando accettò l’incarico di assessore, accetto anche gli oneri ed i doveri della carica, tra i quali vi è il dovere di rispettare le legittime richieste di un semplice consigliere eletto. Questa è la democrazia.

Il Consigliere Comunale
Simone Dott. Grandi


E a seguire la replica del Consigliere Comunale di minoranza Leonardo Peverati:

DIAMO UN SENSO ALLA COMMISSIONE
“ PARI OPPORTUNITA’ “

E’ perfettamente inutile far finta che non ci siano problemi: la commissione consigliare alle “Pari Opportunità” vive un momento difficile, per non dire burrascoso. L’assessore, sig.ra Favaron, ne deve prendere atto: sette componenti dimissionari, con dimissioni a volte accompagnate da lettere di fuoco, relativamente al funzionamento della Commissione, non sono uno scherzo.

Non ci sarebbe nulla di strano che il Consiglio Comunale potesse dibattere sulla Commissione stessa. Quali siano i suoi compiti, quali i campi sui quali essa può e deve intervenire, capire quali regole si sia data per il suo operato.
Ricordo che così com’è stata pensata, 25 membri con diritto di “gettone di presenza”, potrebbe costare economicamente più del Consiglio Comunale, cosa che ritengo assurda: anche su questo punto invito tutti a rifare una seria considerazione e valutazione.

A questo punto ritengo che, Assessorato e Amministrazione, debbano prendere una decisione. O riordinare il tutto, interessando democraticamente il Consiglio Comunale, ascoltando il parere di tutti, o continuare nel mantenere una Commissione che inevitabilmente potrebbe continuare a perdere pezzi per il solo gusto di portare avanti politiche di parte e sorpassate.

Berra, 20/08/2010


Leonardo Peverati
Consigliere comunale di Berra
Gruppo “VOCE ai CITTADINI”

lunedì 16 agosto 2010

CAMPI ESTIVI A SERRAVALLE


Sono terminati i Campi estivi di Serravalle.
Da un decennio la Parrocchia di Serravalle li gestisce, facendo leva sul volontariato locale e, in qualche occasione, avvalendosi di interventi di Associazioni esperte nel settore.
Tutto bene quindi, bell’iniziativa: utile alle famiglie che sanno dove far trascorrere il tempo libero ai figli prima delle ferie, piacevole per i bambini e ragazzi per trascorrere in compagnia le giornate estive di vacanza scolastica.
La novità di quest’anno è arrivata dal Comune di Berra: sostenendo che molti genitori di Serravalle, si sono lamentati per la gestione dei “Campi Estivi Parrocchiali”, senza interpellare il parroco e gli organizzatori per verificare la situazione, ha organizzato il medesimo servizio in collaborazione con l’ASSP, azienda dei servizi sociali della quale è socio, mettendosi di fatto in concorrenza con la parrocchia. A dir poco sconcertante, a mio avviso, in un paese piccolo e con un’utenza limitata come il nostro.
I risultati dell’operazione sono sotto gli occhi di tutti: mentre il numero di bambini e ragazzi di Serravalle che hanno usufruito dei “Campi Estivi Comunali” è stato irrisorio, due forse tre unità, pieno successo hanno avuto quelli Parrocchiali, con picchi di presenza anche di trenta bambini, mettendo chiaramente in evidenza che le famose “lamentele”, che hanno portato al perentorio intervento dell’Amministrazione Comunale, poi tante non erano.
Quello che è ancora più sconcertante, è il fatto di come l’Amministrazione, attraverso le risposte ad interpellanze in Consiglio Comunale, travisi la realtà, considerando positiva un’iniziativa fallimentare. Meglio sarebbe che quest’Amministrazione cominciasse a dare alle nostre comunità, quello di cui esse necessitano: di quello che già abbiamo, specialmente per opera del volontariato, non richiede particolari interventi se non di sostegno morale ed economico.
I Campi Estivi Parrocchiali, del Luglio appena trascorso, non hanno avuto sostegni, né morali, né economici: moralmente si è vista la volontà di sostituirsi, da parte dell’Amministrazione, in un’attività che, come già detto, dura da più di dieci anni; economicamente, contrariamente alle Amministrazioni precedenti, anche l’uso del pulmino, per le uscite al mare e in piscina, non era gratuito, bisognava arrangiarsi per l’assicurazione e per l’autista. Ci si è arrangiati senza il pulmino del Comune.
La collaborazione, per chi governa il comune di Berra, è intesa a senso unico: quando c’è da darla diventa una “Parola Sconosciuta”.

Leonardo Peverati
Consigliere Comunale
"Voce ai Cittadini"