martedì 17 novembre 2009

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE (25 NOVEMBRE 2009)


Il 25 novembre è stata proclamata Giornata Internazionale contro la violenza alle Donne. Si tratta di un'occasione importante per ribadire una scelta di progresso e per discutere approfonditamente della realtà di oggi. Per farlo, l'amministrazione comunale di Berra ha convocato un consiglio comunale straordinario per il prossimo 24 novembre. Il civico consesso si riunirà presso il teatro comunale di Serravalle, a partire dalla ore 9.30. Sono state invitate anche personalità non solo a livello territoriale,ed al momento hanno già aderito il consigliere provinciale Alberto Astolfi e l'assessore alla pari opportunità della Provincia, Caterina Ferri .

Fonte: serravalleweb.com

domenica 15 novembre 2009

La minoranza all' attacco del sindaco



la Nuova Ferrara — 12 novembre 2009 pagina 25 sezione: PROVINCIA

BERRA. La recente intervista rilasciata dal sindaco Eric Zaghini alla Nuova, non è passata inosservata ed il gruppo di minoranza Voce ai Cittadini replica. «Stupisce leggere i contenuti - dice Stefano Grillanda - chi non abita nel nostro comune avrà apprezzato l’operato del sindaco che, in soli 5 mesi, è riuscito a risolvere i problemi; impressione diversa deve essere stata quella dei residenti nel Comune. Ampio spazio è stato riservato a sicurezza e criminalità, problema per niente risolto, visto che anche nelle ultime settimane a Serravalle hanno continuato a verificarsi furti. La soluzione di installare 5 telecamere che il sindaco impropriamente fa sua, è in realtà una delibera della precedente giunta. Stesso discorso - si legge, tra l’altro, nella nota - vale per la ristrutturazione degli immobili comunali, dove l’unico “merito” del sindaco è quello di trovarsi sindaco nel momento in cui una delibera veniva finanziata. Ci risulta poi difficile capire cosa il sindaco intenda per investimenti sul piano stradale - prosegue Grillanda - non notiamo asfaltature che non siano della precedente amministrazione o da altri enti; notiamo qualche rifacimento di segnaletica orizzontale, che riteniamo normale manutenzione, non investimenti. Il sindaco - prosegue la nota - sostiene di risparmiare sui permessi dei 4 assessori; evita però di dire che convoca i consigli comunali alle 18 costringendo un numero ben più alto di consiglieri comunali a richiedere il permesso al datore di lavoro, che viene pagato dal Comune». (d.m.)

mercoledì 4 novembre 2009

Strasburgo, no al crocifisso in aula.Il governo italiano presenta ricorso




Dura reazione della Santa Sede: decisione "miope e sbagliata"


ROMA - La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni". E' quanto ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo su istanza presentata da una cittadina italiana. Ma il governo italiano ha presentato ricorso e, in caso di accoglimento, il caso verrà ridiscusso nella Grande Camera. Altrimenti la sentenza diventerà definitiva fra tre mesi. Durissime le prime reazioni, soprattutto nel centrodestra tra i cattolici. La Cei e il Vaticano attaccano. Prudente Bersani.

Risarcimento per la donna che ha denunciato. Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia e socia dell'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti). L'Unione precisa di aver "promosso, sostenuto, curato tecnicamente l'iter giuridico, che era già passato da Tar del Veneto, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato". Soile Lautsi, infatti, nel 2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme, in provincia di Padova, frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocifissi dalle aule. A nulla erano valsi i suoi ricorsi davanti ai tribunali in Italia. Ora i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione, stabilendo inoltre che il governo italiano debba pagare alla donna un risarcimento di cinquemila euro per danni morali. La sentenza è la prima in assoluto in materia di esposizione dei simboli religiosi nelle aule scolastiche.


La decisione della Corte europea. I sette componenti della Corte europea hanno sentenziato che la presenza dei crocifissi nelle aule può facilmente essere interpretata dai ragazzi di ogni età come un evidente "segno religioso" e, dunque, potrebbe condizionarli. E se questo condizionamento può essere di "incoraggiamento" per i bambini già cattolici, può invece "disturbare" quelli di altre religioni o gli atei.

Le reazioni della maggioranza. In attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza, il governo italiano ha già presentato ricorso. Per il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, "la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione". Sulla stessa linea il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e quello della Giustizia Angelino Alfano. E' critico il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Mi auguro che la sentenza non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni, che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana".

L'opposizione. E' cauto il neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Un'antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno. Penso che su questioni delicate come questa, qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto". E l'esponente Udc Rocco Buttiglione parla di "decisione aberrante".

Il mondo cattolico. Netta anche la reazione della Cei, che in una nota parla di "sopravvento di una visione parziale e ideologica". Per l'Osservatore Romano "tra tutti i simboli quotidianamente percepiti dai giovani la sentenza colpisce quello che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa, del continente europeo'. E in serata, a nome della Santa Sede, parla padre Federico Lombardi, secondo cui la decisione rivela un'ottica "miope e sbagliata", "accolta in Vaticano con stupore e rammarico. Stupisce che una Corte europea intervenga pesantemente in una materia molto profondamente legata all'identità storica, culturale, spirituale del popolo italiano".

I precedenti in Italia e Spagna. L'ultimo round dell'annosa polemica sui crocifissi a scuola si era chiuso a febbraio, quando una sentenza della Cassazione aveva annullato una condanna per interruzione di pubblico ufficio nei confronti del giudice Luigi Tosti, "colpevole" di aver rifiutato di celebrare udienze in un'aula dove era affisso un crocifisso. Fino al precedente che fece clamore del presidente dell'Unione musulmani d'Italia Adel Smith, protagonista di un episodio analogo e che ora commenta: "Sentenza inevitabile".

La questione non coinvolge solo il nostro Paese. Duri scontri tra Stato e vescovi sono avvenuti anche in Spagna nel novembre dello scorso anno, in seguito a una decisione di un giudice di Valladolid di far rimuovere tutti i simboli cattolici da una scuola.

fonte: Repubblica.it