domenica 27 febbraio 2011

ATTACCHI ANCHE DALL'INTERNO.........FIGURARSI DALL'ESTERNO


Intervento del 22 febbraio 2011 – Bilancio di previsione 2011 e triennale


Giudicare penso sia la cosa più difficile ma in certi momenti bisogno assumersi la responsabilità di farlo.

Oggi ci viene chiesto di esprimere un voto sulle scelte per il 2011 e per il triennio.

Mi concedo una breve digressione tornando un attimo indietro nel tempo.

Giugno 2009 si ottiene l’agognato consenso dagli elettori presentando una squadra ma soprattutto presentando un progetto, un programma per lo Sviluppo del territorio che contemperi la Solidarietà.

L’anno elettorale è di per se un anno particolare di transizione, l’anno successivo il recente 2010 lo considero l’anno di assestamento, ma ora per il 2011 e per il programma annesso triennale che ci porta dritti al termine del presente mandato non sono ammesse deroghe e scusanti.

Veniamo allora alle procedure ed ai contenuti propedeutici per l’approvazione in Consiglio del bilancio.

La buona prassi vuole che il momento cardine dell’anno - e l‘approvazione del bilancio previsione per l’ente pubblico lo è - sia un momento condiviso, un momento di confronto tra i rappresentanti dei cittadini. Manca da quasi un biennio la commissione bilancio, un momento in cui le opposte parti, che nel nostro comune sono equamente divise in termini di consensi, si incontrano per iniziare a ragionare del bilancio, momenti in cui si possono e si devono cogliere tutti gli spunti e le idee , perché lo ricordo si è al governo per il bene di tutti i cittadini e non di una sola parte. Non si fa solidarietà e sviluppo parzializzato o clientelare. Ma a questa prassi si è voluto soprassedere passando direttamente alla giusta e necessaria presentazione del bilancio ai cittadini, ma di un bilancio però già chiuso, senza necessità di feedback dai cittadini, direi una presa in giro.

E se la prassi e le procedure sono saltate allora ci dobbiamo aggrappare alla speranza che il contenuto sia gradito e gradevole.

Non ho presentato nessun emendamento, non per pigrizia e neppure per incapacità di trovare una quadratura alle limitate risorse del nostro ente ma per disaccordo sul metodo di condivisione e costruzione del bilancio e per l’assenza di vision strategica nello stesso. La nostra amministrazione ahimè, ha imboccato per il Comune una strada rischiosa e dissoluta.

Non citerò nemmeno un numero in quanto alla base di ogni progetto, di ogni business, serve una idea, serve un chiaro piano strategico di medio lungo periodo da condividere tra le forze presenti in Consiglio e con gli stakeholders, con i cittadini per i quali stiamo amministrando. Ci deve essere in tutti noi Amministratori pro tempore un interesse personale derivante dal sentire il Comune come la cosa e la casa propria, dove si hanno gli affetti, i propri beni, i propri interessi. Ecco penso che sia assente nell’attuale gestione quell’amor proprio che ci porta a cercare delle soluzioni per vivere a Berra e non per sopravvivere in Berra temporaneamente.

Vorrei capire quali sono le logiche a lungo, se ci sono, l’idea di Unione dei Comuni in prospettiva, vorrei capire se ed in che modo si tende al bene del Comune con le scelte attuali, ad esempio con i disinvestimenti del patrimonio immobiliare ( vendita quote Hera) piuttosto che con la gestione delle aziende partecipate (Area e Cadf), ed altro ancora.

Troppo facile è la risposta " ma ci danno contributi" " siamo obbligati da Roma" "non riusciremo tra un po’ ad erogare i servizi". Io mi chiedo se non sia possibile parlare ad esempio di Unione dei Comuni senza svendere la nostra indipendenza funzionale, senza cedere servizi in maniera definitiva, e mi riferisco alle risorse già passate all’unione od allo scellerato progetto di trasferire la Polizia Municipale, e cosa altro ancora passa nella testa del Sig. Sindaco liquidatore.

Caro Sindaco non ti ho votato per liquidare il mio Comune, non mi interessa fare lo spezzatino senza ritorno di tutti i miei servizi. Io qui ci vivo oggi e ci vivrò domani, al contrario di te.

Esistono molte forme per la gestione dei servizi, molte forme di Unione dei Comuni già sperimentate e molte altre possono essere da noi stessi progettate. Non siamo forse stati i primi ad aver sperimentato i Servizi Sociali Associati, l’ASSP, ect.. Perché per certe cose si può e per altre no ? Dove sta l’arcano?

Ecco in sintesi per chiudere, mi sarei aspettato da questo secondo anno, un anno pieno ed importante per la legislatura, un cambio di passo in termini di democrazia nelle decisioni attraverso la condivisione del percorso costruttivo del bilancio annuale e triennale, sia attraverso le Commissioni la cui costituzione sollecito in questa sede, sia con incontri tra le parti al fine di collaborare tutti uniti per una gestione del nostro territorio e del Comune in questo periodo buio per l’economia e per le istituzioni.

Mi sarei aspettavo finalmente una reazione per bloccare l’emorragia del nostro territorio, una spinta ad attrarre i cittadini sul territorio ed le imprese non ritenendo forse per campanilismo o presunzione Berra inferiore ai comuni limitrofi ed alla città.

Io personalmente, almeno una volta al giorno, ricordo ai miei interlocutori che a Berra si vive bene e bisognerebbe venirci ad abitare, per i servizi, per la qualità della vita, per l’ambiente, per i prezzi delle casa, per la gente, … Non so chi di voi si sente di fare altrettanto con convinzione.

Grazie. Simone Dott. Grandi
Sviluppo e Solidarietà


FONTE: www.serravalleweb.com

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