venerdì 20 agosto 2010

IL "PASTICCIO" DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA'


Riportiamo di seguito l'articolo apparso su "La Nuova Ferrara" il giorno 18 agosto scorso:

«Grandi fa critiche strumentali senza conoscere»
la Nuova Ferrara — 18 agosto 2010 pagina 23 sezione: PROVINCIA

BERRA. L’assessore comunale berrese Giuseppina Favaron interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Simone Grandi sulla commissione pari oppurtunità. «A volte la smania d’intervenire su tutto, porta a sparare a zero, ma mirando al bersaglio sbagliato. Purtroppo, il consigliere Grandi - motiva le sue ragioni la Favaron - mostra di non conoscere la realtà, di parlare per sentito dire e di farlo senza aver mai partecipato a nessuna seduta della precedente e dell’attuale commissione. La commissione è composta da rappresentanti della società e dalle componenti politiche, sia di maggioranza che di opposizione, è consultiva ed opera nella gestione della cosa pubblica secondo le norme stabilite dal regolamento costitutivo». Poi l’assessore entra nel merito di alcuni dati: «La commissione - spiega - era composta inizialmente da 25 membri (numero che era sto soggetto a critiche in quanto definito elevato in termini di costi e quindi strumentalizzato); in questi mesi di lavoro sette dei suoi componenti hanno rassegnato le dimissioni. Ci sono stati cambi di residenza con trasferimento in altra regione, impegni personali non superabili nel campo lavorativo, inconciliabili con attività come quella della commissione pari opportunità, che ai partecipanti dei suoi gruppi di lavoro chiede risorse di tempo e di impegno, non remunerabili sul piano puramante economico. Ebbene, dopo le dimissioni di questi 7 componenti, il numero è paragonabile a quello iniziale della commissione al suo varo, nella scorsa legislatura, alla partenza del febbraio 2008». «Il consigliere Grandi non c’era. Mai. Con quali elementi conoscitivi - prosegue l’assessore Favaron - esprime critiche di questo tipo? Strumentalizzando forse stralci di lettere dimissionarie già condivise e discusse in commissione? L’ottimizzazione dei lavori si costruisce anche partendo dal confronto delle diverse volontà di critica costruttiva, anche passionale, e non da qualunquistici attacchi dal basso e rattristante profilo polemico. Noi pensiamo che chi crede negli ideali delle pari opportunità persegua gli obiettivi della commissione, e si metta in condizione di restare e lavorare superando le piccole divergenze, che sono state così bassamente strumentalizzate, piuttosto che cercare visibilità svolazzando via. La nostra politica - conclude quindi l’assessore - è quella dei diritti umani. I fatti dimostrano che lavoriamo per costruire. La nostra natura di donne porta ad utilizzare quella marcia in più che ci contraddistingue. Ciò detto, lo stesso Grandi è ora e sempre invitato a partecipare ai nostri incontri, sentendosi in diritto di portare lavoro ed idee con quella libertà di pensiero e nell’ambito di un equilibrio che sono nella natura stessa della commissione, da lui attaccata in questo caso senza cognizione di causa».

A seguire la replica del Consigliere di maggioranza Grandi Simone:

Caro Direttore,

si rende necessaria la mia replica all’articolo apparso oggi sul suo giornale, intervento di inaudita durezza, un attacco personale, strumentale che mal si intona con i candidi principi rivendicati dalla signora del rispetto dei diritti umani, di tutti anche di un semplice consigliere eletto come il sottoscritto.

Per amore della verità devo esporre alcuni fatti e principi, ma lo farò in maniera sintetica e schematica per non annoiare lei caro Direttore ed i lettori.

La signora, che dovrebbe conosce il regolamento comunale della commissione pari opportunità, sa che all’articolo 4 comma 5 dei soli 9 articoli del regolamento, si stabilisce che alla commissione possono partecipare anche persone esterne, purché munite di specifiche competenze e comunque solo su invito della commissione stessa.
Per tale motivo non ho mai potuto partecipare, non sono mai stato invitato ! Ringrazio fin da ora la signora per l’invito a partecipare, ma vorrei ricordare, anche se dovrebbe conosce il regolamento, che l’invito è fatto dalla commissione non da chiunque passi di lì per caso anche se assessore, salvo, e questo è veramente grave, la stessa signora non consideri la commissione come una cosa propria.
Trovo fuori luogo e sgradevole leggere che la signora mescoli la passione politica, l’impegno civico con il fatto che il tempo dei consiglieri, di pari opportunità, non sia remunerato economicamente in maniera adeguata. La politica mi dispiace doverlo ricordare è pura passione senza secondi fini, o almeno questo è quello che penso io. Non so a tal proposito cosa pensi l’assessore.
Abbandono velocemente il commento delle dichiarazioni rilasciate dalla signora perché penso di aver ampiamente dimostrato da un lato la pretestuosità delle stesse e dall’altro l’inadeguatezza e la mancanza di preparazione.
Il fatto scatenante, oggetto del mio intervento, che è una mozione già depositata per il prossimo Consiglio Comunale di Berra, è molto semplice . Chiedo di approfondire le motivazioni che hanno spinto molti membri ad abbandonare la commissioni pari opportunità, abbandono avvenuto con dichiarazioni formalizzate per iscritto e depositate agli atti.
Ne cito pedissequamente alcune. “Sperando che questa mia critica sia di esortazione alla commissione a fare di più e meglio” ed ancora “dovrebbe esser apolitica, cosa che soprattutto nel comune di Berra non è stato possibile a quanto pare” e per finire ”sinceramente sono disgustata di certi comportamenti e di alcuni elementi della commissione”.
Mi chiedo a questo punto se l’assessore che era, sempre presente come dice, non abbia ritenuto opportuno informare il Consiglio Comunale sui problemi e forti disagi in seno alla commissione.
Ma si sia tentato di celare la cosa nascondendo le lettere di dimissioni tra gli atti della delibera e solo quando un semplice consigliere si permette di chiedere chiarimenti lo si tacci di protagonismo e si tenti in ogni modo di minimizzare definendo tale situazione come “situazione fisiologica di una commissione”.
Nuovamente chiedo che una volta approfondite e capite le motivazione il consiglio comunale si esprima, assumendosene la responsabilità politica, in merito alla necessità di ripensare o cambiare la commissione (normale azione di feed back dopo l’analisi).

Ribadisco, ed è chiaro dal testo delle mia mozione, che non mi sono mai permesso di attaccare la commissione pari opportunità ma che mi sono premurato per la stessa richiedendo chiarimenti sulle dimissioni e sulle gravi dichiarazioni rilasciate dai dimissionari, non invento i fatti ma cito verbali ed atti. Il fine ultimo è quello di permettere a tutti di poter partecipare liberamente senza condizionamento alcuno e con proficuità alla commissione.

Se poi, e mi accingo a concludere, questa legittima richiesta di discussione tra consiglieri e di opportuna trasparenza amministrativa per i cittadini, vuole essere impedita e boicottata, mi preme ribadirlo, io non lo accetto. Ricordo inoltre all’assessore, che conosce i regolamenti comunali tutti, che quando accettò l’incarico di assessore, accetto anche gli oneri ed i doveri della carica, tra i quali vi è il dovere di rispettare le legittime richieste di un semplice consigliere eletto. Questa è la democrazia.

Il Consigliere Comunale
Simone Dott. Grandi


E a seguire la replica del Consigliere Comunale di minoranza Leonardo Peverati:

DIAMO UN SENSO ALLA COMMISSIONE
“ PARI OPPORTUNITA’ “

E’ perfettamente inutile far finta che non ci siano problemi: la commissione consigliare alle “Pari Opportunità” vive un momento difficile, per non dire burrascoso. L’assessore, sig.ra Favaron, ne deve prendere atto: sette componenti dimissionari, con dimissioni a volte accompagnate da lettere di fuoco, relativamente al funzionamento della Commissione, non sono uno scherzo.

Non ci sarebbe nulla di strano che il Consiglio Comunale potesse dibattere sulla Commissione stessa. Quali siano i suoi compiti, quali i campi sui quali essa può e deve intervenire, capire quali regole si sia data per il suo operato.
Ricordo che così com’è stata pensata, 25 membri con diritto di “gettone di presenza”, potrebbe costare economicamente più del Consiglio Comunale, cosa che ritengo assurda: anche su questo punto invito tutti a rifare una seria considerazione e valutazione.

A questo punto ritengo che, Assessorato e Amministrazione, debbano prendere una decisione. O riordinare il tutto, interessando democraticamente il Consiglio Comunale, ascoltando il parere di tutti, o continuare nel mantenere una Commissione che inevitabilmente potrebbe continuare a perdere pezzi per il solo gusto di portare avanti politiche di parte e sorpassate.

Berra, 20/08/2010


Leonardo Peverati
Consigliere comunale di Berra
Gruppo “VOCE ai CITTADINI”

Nessun commento:

Posta un commento